Quando cala la sera e le case si preparano al riposo, tanti decidono di spegnere il riscaldamento per risparmiare energia. L’idea è semplice: se produci meno calore, consumi meno. Però la pratica spesso ci mette lo zampino, perché in base all’impianto e all’abitazione i risultati possono variare parecchio. Spesso spegnere del tutto il riscaldamento porta a perdere comfort notturno e a un consumo complessivo più alto. Bisogna capire come si muove il calore dentro casa e quanto dura prima di disperdersi quando il sistema è spento. Spegnere la notte magari sembra risparmio, ma se non si fa attenzione si rischia di buttare via il vantaggio.
Il ruolo decisivo del tipo di impianto di riscaldamento
Non tutti i riscaldamenti sono uguali quando si parla di spegnere di notte. Le caldaie a gas o a olio, per esempio, devono fare uno sforzo grande ogni mattina per ripartire da zero. Il risultato? Il consumo aumenta e spesso supera quello che si sarebbe risparmiato spegnendo. Quindi, per quei sistemi, chiudere del tutto conviene poco, o almeno non sempre.

Al contrario, con elementi come i radiatori elettrici o i convettori, che hanno una inerzia termica bassa, spegnere è più facile: riscaldano in fretta e sprecano meno energia. Chi vive in case modeste lo nota subito, specialmente nei mesi più freddi quando la temperatura va controllata bene. Insomma, capire il tipo di impianto può fare tutta la differenza sul come e quando abbassare il riscaldamento.
Perché l’isolamento della casa conta più di quanto immagini
Basta guardare come è isolata una casa per capire se spegnere di notte ha senso o meno. In abitazioni ben coibentate il calore accumulato durante il giorno resta lì dentro, senza scappare facilmente. Così si può togliere o abbassare il riscaldamento senza troppi problemi, risparmiando davvero. Pareti con buon isolamento, infissi doppi e serrature che non lasciano passare aria… sono dettagli spesso sottovalutati, specie nelle città con condomini antichi, tipo quelli dal Centro Italia. Al contrario, se l’isolamento lascia a desiderare, il calore se ne va rapidamente, soprattutto nelle notti più fredde. Risultato? Il sistema deve accendersi forte al mattino e consuma più del previsto. A volte, tenere il riscaldamento acceso a livelli bassi è più pratico e – diciamo – meno dispendioso rispetto allo spegnimento totale. La soluzione? Regolare la temperatura piano piano, che aiuta a mantenere i consumi sotto controllo senza rinunciare a un po’ di comfort quando si dorme.
Insomma, scegliere come muoversi tra spegnere o abbassare passa dal tipo di impianto e da quanto la casa tenga il calore. Spostare la temperatura di qualche grado porta spesso risparmi concreti senza far sentire troppo il cambio, e chi gestisce la casa con mestiere lo sa bene, soprattutto in inverno, quando le bollette salgono e ogni piccolo dettaglio fa la differenza.