Allarme per i cani: collare anti-pulci pericoloso ancora in vendita e causa vittime reali

Si è riacceso il dibattito su un collare antiparassitario molto diffuso per cani e gatti, a seguito di segnalazioni che mettono in guardia su possibili rischi per la salute degli animali. Un prodotto di uso comune, pensato per proteggere i nostri amici a quattro zampe da pulci e zecche, che tuttavia ora finisce sotto la lente per sospetti effetti collaterali, inclusi – udite udite – casi di mortalità. Nonostante ciò, lo si trova facilmente nelle farmacie veterinarie e nei negozi specializzati, senza bisogno di prescrizione. Insomma, un tema caldo che però – fino a ora – non ha ancora trovato certezze definitive.

Caratteristiche e controversie del collare Seresto

Il collare, noto come Seresto, sfrutta una tecnologia che rilascia due principi attivi: imidacloprid e flumetrina. Questi garantiscono una protezione che dura fino a otto mesi contro i parassiti esterni – come acari, zecche e pulci. Ma non solo: la formulazione punta pure a prevenire malattie trasmesse da insetti, ad esempio i flebotomi, veicolo della leishmaniosi, una patologia seria per i cani. Dietro al collare, c’è una società che ha messo le mani su un brevetto fondamentale, proveniente da uno dei big della chimica veterinaria.

Allarme per i cani: collare anti-pulci pericoloso ancora in vendita e causa vittime reali
Cane sospeso: l’allarme sui collari antiparassitari pericolosi si riaccende sollevando dubbi sulla sicurezza dei prodotti in commercio. – hotelhp.it

Il nodo? L’utilizzo dell’imidacloprid – un insetticida che in agricoltura è vietato nell’Unione Europea a causa degli effetti negativi sulla fauna, soprattutto le api e altri impollinatori. Benché il collare rilasci questa sostanza in modo controllato, rimangono dubbi sulla sicurezza ambientale e per gli animali stessi. Di fronte a tutto questo, le autorità sono chiamate a una sorveglianza continua: del resto, non mancano gli allarmi provenienti anche da altri paesi.

Guardando agli Stati Uniti, a partire dal 2015 l’agenzia di protezione ambientale ha ricevuto decine di migliaia di denunce legate al collare, fra cui oltre 1.700 casi in cui si sospetta un collegamento con la morte di animali domestici. Reazioni cutanee gravi e disturbi neurologici? Sono stati segnalati pure quelli. La questione è arrivata fino al Congresso americano, con accuse rivolte a regolatori e produttori per la poca chiarezza e i ritardi nelle risposte – cose che, com’è facile immaginare, hanno fatto discutere parecchio. Il prodotto non è stato tolto dal mercato, ma la sua vendita è stata accompagnata da comunicazioni più attente sui rischi e un monitoraggio più rigoroso.

Situazione in Italia e implicazioni per i consumatori

Da noi il collare Seresto è autorizzato regolarmente dal Ministero della Salute e si vende liberamente senza ricetta veterinaria. A differenza di altri stati, il dibattito pubblico qui è meno acceso, e non ci sono state cause legali di ampio rilievo contro il produttore. Spunta qualche caso sparso, raccontato in servizi TV con testimonianze di proprietari preoccupati, che riferiscono effetti come crisi epilettiche o tumori maligni dopo l’impiego del collare.

Nessuno studio, finora, ha dimostrato un legame certo tra tali episodi e l’uso del collare. Le segnalazioni servono più che altro a tenere alta la guardia e a spingere per ricerche più approfondite sugli aspetti di sicurezza, senza però alterare le autorizzazioni vigenti. In Italia, le autorità sanitarie mantengono il prodotto in commercio, evidenziando la necessità di un monitoraggio attento e continuo.

La domanda che molti si pongono, soprattutto durante i mesi freddi – quando pulci e zecche si fanno più fastidiose –, riguarda il rapporto tra efficacia e sicurezza nell’utilizzo quotidiano di dispositivi così diffusi. Chi vive in città o nelle campagne del Nord Italia lo sa bene: proteggere il proprio animale è fondamentale, ma senza mai trascurare i possibili effetti collaterali. Insomma, il quadro resta complesso, e ogni attenzione – anche piccola – può fare la differenza.

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