3 mosse sicure per pulire le grondaie e non rischiare mai di salire sul tetto

Spesso, le grondaie passano inosservate fino a quando non si manifestano problemi che mettono a rischio l’edificio stesso. L’acqua piovana, invece di scorrere liberamente, si blocca a causa di foglie, rami o altri detriti accumulati: ristagni che possono portare a rotture, cedimenti o infiltrazioni. Per questo, tenerle pulite è la mossa giusta. In tanti casi si riesce a intervenire senza dover salire sul tetto, diminuendo così i rischi legati all’altezza. Se la casa ha uno o due piani, spesso basta una scala o addirittura si può lavorare da terra – cosa che rende la pulizia meno complicata e più sicura di quanto si immagini.

Ci sono diversi strumenti che aiutano a pulire le grondaie restando a terra: dalle aste telescopiche fino a soluzioni più tecnologiche come l’idropulitrice o i robot appositi. Questi device mantengono le grondaie efficienti e aiutano a prevenire guai, finendo per tutelare anche chi fa la manutenzione. Non va dimenticato però, che per lavorare senza rischi serve sempre qualche protezione individuale: casco, guanti, scarpe antinfortunistiche – un dettaglio che, spesso, viene trascurato quando si parla di pulizie casalinghe. Più avanti nell’articolo vedremo quali sono i migliori attrezzi e qualche consiglio per usarli con criterio.

Strumenti per pulire le grondaie da terra

Quando è possibile raggiungere le grondaie da terra, esistono strumenti molto pratici. Le aste telescopiche, ad esempio, sono tra le più diffuse e versatili: realizzate in metallo o plastica, si possono allungare secondo l’altezza necessaria. All’estremità si montano accessori diversi, tipo spazzole, palette o sonde, e alcune versioni più avanzate hanno telecamere o specchi per valutare come stanno le grondaie senza dover salire. E poi, alcune aste si collegano a tubi o all’idropulitrice, per spruzzare acqua e togliere sporco più ostinato, come fango o residui abbastanza solidi.

3 mosse sicure per pulire le grondaie e non rischiare mai di salire sul tetto
Grondaia intasata da foglie e detriti, rischia di compromettere il corretto deflusso dell’acqua piovana. La pulizia è essenziale. – hotelhp.it

L’idropulitrice è un altro strumento che va forte per questo tipo di pulizie, specie se munita di accessori dedicati. La pressione dell’acqua può cambiare in base al materiale della grondaia e a quanto sporcizia c’è, così da lavare bene senza fare danni. Gli ugelli adatti a pulire i pluviali sono utili anche per liberare i tubi otturati: dispongono di tubi flessibili autopulenti capaci di infilarsi in angoli stretti. Occhio però alla scelta dell’ugello e alla pressione: per materiali più delicati o vecchi è meglio andarci piano.

Se si preferisce qualcosa di meno faticoso, un aspirafoglie può essere un’alternativa comoda. Questi attrezzi risucchiano foglie e detriti in un contenitore, agevolando la manutenzione senza dover salire. Il limite? Ha bisogno di una presa elettrica vicina, cosa che in tante case non è scontata. In alternativa, esistono anche i robot pulisci grondaie, che lavorano in automatico: si muovono lungo la grondaia e raccolgono foglie e piccoli detriti. Montarli non evita del tutto l’uso della scala, visto che serve per posizionarli – però riduce sensibilmente i rischi del lavoro in quota. Meglio usarli con la vegetazione ben secca, così fanno il loro dovere senza problemi.

Materiali delle grondaie: caratteristiche e limiti

Le grondaie non sono tutte uguali, e il materiale di cui sono fatte influisce molto su durata e manutenzione. Nel nostro Paese, le più diffuse sono PVC, alluminio, rame, acciaio e lamiera zincata. Scegliere il materiale cambia parecchio la resa e anche quanto spesso bisogna intervenire.

Il PVC piace per la sua leggerezza, per quanto facile sia da montare e per la sua resistenza alle intemperie. Adatto anche dove c’è il mare, perché la salsedine fa meno danni rispetto ad altri materiali. Poi, è ignifugo, non tossico e lo si trova in vari colori – una soluzione economica ma versatile, molto diffusa tra le case di città e periferia.

Chi opta per la lamiera zincata predilige la robustezza e la protezione contro pioggia e inquinamento, anche se – lo ammettiamo – nel tempo può arrugginirsi o ammaccarsi. Questo capita soprattutto con escursioni termiche forti oppure grandinate violente. Non si può saldare: serve montarla con bulloni o rivetti, una cosa che cambia un po’ gli interventi di manutenzione da fare.

L’alluminio vanta leggerezza e non arrugginisce quasi mai, chiedendo però poca manutenzione. Va detto che in zone con frequenti gelate può deformarsi. Costicchia, quindi viene scelto più che altro quando si desiderano materiali di qualità o dall’aspetto raffinato. Il rame è un altro materiale “top”, bello a vedersi e duraturo, spesso usato per edifici storici grazie alla patina che si forma nel tempo. Il costo però non è da poco, per cui non è così diffuso.

Le grondaie in acciaio stanno sul robusto e durano a lungo, ma mancano un po’ di versatilità, specie se non sono galvanizzate – allora servono più attenzioni. Sono in commercio acciaio galvanizzato, più economico e funzionale, e acciaio laccato, che ha finiture più belle ma costa di più. La scelta, come si vede, incide anche su quanto spesso si fanno interventi di manutenzione; dettaglio che soprattutto chi vive in città nota, specie con la pioggia frequente.

Segnali di problemi e possibili interventi

Anche chi tiene le grondaie in ordine può incappare in problemi che chiedono interventi mirati. Il guaio più comune? L’otturamento: foglie, rami e detriti si accumulano e bloccano l’acqua. Se si lascia andare, si rischiano danni seri per lo stabile. Se il problema ritorna spesso, può essere che la pendenza della grondaia non sia corretta – serve un tecnico per sistemarla e far scorrere l’acqua come si deve.

Si può intervenire da terra usando aste telescopiche o idropulitrici. Così si limita il rischio, ma si arriva a pulire bene. Segnaliamo pure che meglio agire dopo un periodo senza pioggia, così foglie e detriti sono asciutti e si tolgono con più facilità. Non è un dettaglio da poco: cambia tutto.

Le perdite nella grondaia, altro segnale da non sottovalutare, possono derivare da crepe, fori o accumuli solidi. Per le riparazioni importanti serve un tecnico, invece per gli intasamenti basta una pulizia approfondita e costante. La manutenzione resta quindi una pratica chiave per tenere l’edificio protetto, soprattutto in zone d’Italia dove piove molto o spesso. Chi ci abita lo sa bene: i rischi non sono teoria, ma qualcosa di concreto da affrontare ogni anno.

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